Quali sono le motivazioni che ci spingono ad essere fieri di noi?
Quali sono quei successi che ci danno le più grandi soddisfazioni?
Cosa ci fa essere felici realmente?
Ognuno di noi può dare molte risposte a queste domande, ma siamo certi che siano quelle che veramente sentiamo nostre?
Spesso le risposte che diamo e le azioni che compiamo sono il frutto di anni di educazione, insegnamenti, esperienze e quindi sono il risultato di un noi spesso mutato che nasconde la parte più vera e profonda.
Se ci fermiamo a riflettere possiamo notare quanto questo sia vero anche nelle piccole azioni quotidiane, nelle decisioni prese ma anche nelle semplici gestualità, tutte derivate dalla vicinanza agli altri, dalle parole ascoltate o da ciò che abbiamo vissuto. In questo non c’è nulla di male sia ben chiaro ed è anche abbastanza normale.
Spesso però capita che tutto ciò ci faccia percorrere una strada, un modo di essere risultato più dal nostro quotidiano che da ciò che profondamente siamo. Allora chi siamo noi veramente? Siamo il risultato delle nostre esperienze ma ci limitiamo a questo?
Sicuramente nella vita viviamo diverse fasi e numerosi stati d’animo. Ci sono fasi più complesse e ci sono fasi dove viviamo nel pieno appagamento, dove ci sentiamo nel pieno delle nostre capacità e dove la nostra autostima è alle stelle.
L’autostima, una delle parole maggiormente usate nei corsi di formazione, è considerato uno degli scalini da superare più importanti per migliorare sé stessi. Avere un’autostima alta è meglio di una bassa, se ce l’hai bassa puoi fare corsi o leggere libri per aumentarla.
Ci sono numerosi studi atti a determinare da cosa deriva questo giudizio che diamo di noi stessi. Io sono convinto che un ruolo fondamentale deriva da come viviamo il rapporto con i nostri genitori, spesso il confronto che facciamo della nostra persona nei confronti di questi “Totem”, oppure la convinzione di dover essere necessariamente come loro.
Ovviamente la famiglia originaria ricopre un ruolo molto importante nella formazione del quotidiano di cui parlavamo prima.
Se l’autostima fosse in realtà un messaggio, che ci indica se siamo più (autostima alta) o meno (a. bassa) vicino all’essere noi stessi, più o meno vicino al nostro IO.
Quando siamo noi stessi? Spesso capita nelle fasi in cui la ragione viene meno e prevale l’istinto. Un classico è nelle fasi dell’innamoramento, nei primi giorni dei fidanzamenti, dove le reazioni chimiche e l’enfasi ci fanno vivere a pieno e ci sentiamo liberi di essere “Noi”.
Tutti almeno una volta nella vita abbiamo provato quello stato di estasi, dove ci sembra di camminare sorvolando il suolo e dove ci sentiamo invincibili e soprattutto senza paura.
Quindi, quando ci sentiamo liberi di essere “Noi”, STIAMO BENE!
Come possiamo sentirci liberi di essere “Noi”? Accettandosi per quello che si è realmente, decidendo ogni giorno per quello che realmente vogliamo, senza filtrare le decisioni con il quotidiano con cui abbiamo vissuto, più semplicemente in una parola:” AMANDOCI”.
L’autostima ci sta solo dicendo quanto in verità ci amiamo ed essere noi stessi è il risultato di tutto l’amore che abbiamo nei nostri confronti.
La vita è un lungo percorso dove possiamo imparare ad amare noi stessi, dove possiamo mettere noi al centro di ogni parola spesa o azione compiuta.
Solo amandoci possiamo essere fieri di noi, avere quei successi che ci danno soddisfazione, avere una vita piena ed appagante e, per ultimo ma fondamentale, ESSERE FELICI REALMENTE.
Articolo a cura di Francesco Pontremolesi